E DEI LAVORI ATIPICI,
TRADITI DAL CENTRODESTRA
"Con l’imbarbarimento delle dinamiche economiche che qualcuno camuffa con la parola “libertà” si sta consumando negli ultimi anni una silenziosa ecatombe di imprese famigliari e individuali, denominazione troppo generica sotto la quale ricadono ormai anche i lavoratori che sono costretti ad aprire una partita iva per mantenere un rapporto di dipendenza dissimulato e precario.
Una ecatombe diffusa, capillare, che non assurge agli onori delle cronache perché il sistema assistenziale e sindacale rimane prigioniero di schemi legati a categorie pre-tutelate, e anche perché l’atipicità di queste forme di lavoro non fa gola e numero per chi sostiene di difendere i diritti del lavoro, ma che dovrebbe rinfrescare l’armamentario concettuale per ridare spazio al diritto d’impresa individuale e giovanile di fronte all’impoverimento di questo tessuto sociale che è anche veicolo per preservare tradizioni artigianali e culturali, oltre ad essere il punto di ripartenza dal territorio nello sfacelo dell’economia prodotto dalle grandi corporazioni di capitali.
Una ecatombe invisibile che per molte famiglie, private dalle banche dei beni essenziali dati in garanzia, significa la morte sociale come anticamera a drammi peggiori.
La celeberrima vicinanza alla gente e alla PMI ostentata per quindici anni dall’odierno PDL a braccetto con la Lega ormai è stata smascherata come una complicità con i grandi poteri economici e finanziari che hanno perpetrato sistematicamente la distruzione di questo tessuto sociale, ed è ora che perlomeno a livello regionale si sappia anticipare una legislazione in grado di reintegrare nella società queste nuove categorie di invisibili che sono state spazzate via da una generale proletarizzazione del lavoro".
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